martedì 23 agosto 2011

LO STAFF DI VOLCEI PRESS VI ASPETTA SU FACEBOOK!


VIOLENZA A RICIGLIANO, LA GENTE VUOLE DIMENTICARE

BUCCINO, TRA EVENTI, RIEVOCAZIONI STORICHE E STRADE DISSESTATE



di Mariateresa Conte
 Il 12 agosto a Buccino, un gruppo di cittadini e l’associazione CRT Tanagro si sono riuniti nella verde campagna, per “inaugurare” privatamente una via (asfaltata il giorno stesso della manifestazione)  in loc. Sant’Antonio, Buccino Scalo nei pressi della ferrovia; un luogo a cui è legata una storia di lotte contadine a seguito della riforma agraria del 1950 (legge stralcio). La riforma proponeva, tramite l'esproprio coatto, la distribuzione delle terre ai braccianti agricoli, rendendoli così piccoli imprenditori e non più sottomessi al grande latifondista. La Riforma Agraria è stata la più grande conquista di popolo ma anche la più grande innovazione sociale del dopoguerra. In Campania, a Buccino in loc. Sant’Antonio, tra il 1949/1950 terminata la seconda guerra mondiale, ci fu una fase di lotte dei braccianti, dei mezzadri e dei contadini che occupavano molti terreni dei latifondisti, i quali non volevano cedere i propri territori, si verificarono così, degli scontri tra i contadini che rivendicavano le loro terre e la polizia, ciò in virtù della tanto attesa riforma agraria. Il Commendatore Agnetti, proprietario terriero offriva ai contadini la possibilità di lavorare, coltivando le terre, il cui coltivato veniva diviso in quatto parti: un quarto al contadino e tre quarti al Padrone. Stanchi di questi soprusi, i contadini iniziarono a ribellarsi, pregando il commentatore di andarsene a Capaccio, nella sua terra, questo è il canto: “CUMMENTATOR QUANT’ SI BELL’…. VULIMM’ TER, VULIM TERR’ !”, “COMMENTATOR SI NUN V’O ASSI PACC’, VATTINN’  A  CAPACC’…VATTINN’ A CAPACC’ !”. A questo proposito, il Centro Ricreativo Tanagro, attraverso questo evento ha voluto ricordare l’importanza di questa zona, in cui il signor. Giovanni Padula (1009-2006), tesserato nel Partito Socialista Italiano, e fattore  del Commendatore Agnetti, ha combattuto assieme ai suoi amici contadini per rivendicare i propri diritti, per l’ottenimento di una porzione di terra che permettesse loro di sfamare le proprie famiglie. È stata commovente la testimonianza della  sign.ra Giulia Zirpoli, che ha vissuto e lottato in prima persona per l’ottenimento delle terre.  La manifestazione è stata sponsorizzata dall’Hotel Elliceto Relais, inoltre, è stata allestita una mostra di fotografie e di oggetti tipici usati dai contadini in quel periodo, il tutto a cura dell’avv. Maria Giovanna Petrosino. L’evento ha visto la messa in scena dello spettacolo sui briganti e sul periodo storico preso in considerazione, curato dall’associazione “Teatro Insieme”, a cui si è aggiunto l’animazione del gruppo di ballo “Libera espressione volceiana” diretto dalla prof.ssa Carla Picciotti. La serata si è conclusa con la degustazione dei prodotti tipici locali a suon di pizzica e di musica popolare.  L’evento si è svolto in un clima di allegria, che ha assunto  diversi significati: una volta, nelle campagne si svolgevano feste o sagre, il possibile per far vivere quelle aree dimenticate, oggi invece, accade l’esatto contrario, il centro del paese diventa la meta di tutti, così, coloro che vivono già in condizioni disagiate, sono costretti a spostarsi dalla campagna al paese con tutte le difficoltà legate a ciò. La classe dirigente non fa altro che aumentare questo disagio, vengono organizzati convegni, incontri, dibattiti e concerti nel centro del paese, favorendo così una vera e propria “discriminazione”. Un territorio con un immenso patrimonio artistico, storico e culturale non valorizzato in maniera adeguata, a cui si aggiungono le strade dissestate e i comizi elettorali (i politici, infatti, si ricordano di queste aree di campagna  “DIMENTICATE DA DIO E DALLE ISTITZIONI”, solo nel periodo elettorale) e  i tagli del governo agli Enti Locali, che non fanno altro che  accentuare  la già disastrosa situazione in cui versa l’Italia  ed in modo particolare le zone  rurali. 

lunedì 8 agosto 2011

PALOMONTE TRA STORIA E LEGGENDA

CASTELLABATE: PROCESSO A GIOACCHINO MURAT

di Conte Mariateresa                                                        

Il giorno 4 agosto, alle ore 21,15, in Piazza Perrotti a Castellabate, in occasione delle celebrazioni per il bicentenario del passaggio a Castellabate di Gioacchino Murat, l'associazione “Identità Mediterranee” ha organizzato un “Processo a Gioacchino Murat”.
Gioacchino Murat, valoroso generale francese (nato in Francia nel 1867), divenne Re di Napoli (non per discendenza, ma perché aveva sposato la sorella di Napoleone). Una figura anomala e controversa, il Murat, considerato disonesto da clero e dai commercianti ma molto amato dal popolo, egli è stato soprattutto il grande precursore dell’Unità d’Italia. Quella di Murat è una figura contraddittoria perché è un re che invoca libertà e democrazia, un re che per la prima volta incita il popolo all’unità e a ribellarsi a taluni meccanismi del potere; ma, al tempo stesso, è un re che ordina la chiusura della “Scuola Medica Salernitana” e non ostacola il contrabbando. Non è da escludere che gli accadimenti storici legati alla sua opera contribuirono alla caduta di Napoleone, il quale non di rado lo ritenne responsabile di molti errori strategici. Murat venne fucilato a Pizzo Calabro, in applicazione di una legge che lui stesso aveva emanato. Morì da uomo coraggioso, anche se le sue parole lasciano trasparire un culto dell’immagine di straordinaria attualità; infatti le parole che pronunciò al momento della fucilazione furono: « Risparmiate il mio volto, mirate al cuore, fuoco! ». All’evento hanno collaborato la Pro Loco di Castellabate e l'associazione teatrale "La Bottega Teatrale", con il patrocinio ed il contributo dell'amministrazione comunale di Castellabate e degli assessorati alla Cultura e al Turismo. La serata è stata ambientata nella splendida location del centro di Castellabate, il paese dell’“immortalità”, come lo definiva lo stesso Gioacchino Murat, che era uso dire: “Qui non si muore!”. È stato messo in scena un processo simulato, per restituire dignità a un uomo che ha, in realtà, operato per il bene del Mezzogiorno. I giudici, che si sono via via avvicendati nel tribunale, erano veri magistrati; personaggi illustri come il prof. Giuseppe Tesauro, giudice della corte di Costituzionale; il prof. Francesco Rossi, Magnifico Rettore della Seconda Università degli studi di Napoli; la prof.ssa Andreana Esposito, assistente di studio della Corte Costituzionale; il prof. Alfonso Conte, docente di storia presso l’Università degli Studi di Salerno; l’avvocato penalista Franco Maldonato; il dott. Vitaliano Esposito, Procuratore Generale della Corte di Cassazione. Ad assistere al processo numerose persone, tra cui molti volti illustri. Prima del processo sono stati distribuiti al pubblico dei fogli bianchi e dei fogli neri: con i bianchi si votava per l’innocenza, mentre con i neri la colpevolezza. Al termine del processo si sono contati i fogli bianchi e quelli neri ed il risultato è stato che quasi tutti hanno votato con il foglio bianco. Ha prevalso, quindi, secondo il parere del popolo, l’innocenza del re di Napoli. A questo punto, la corte si è ritirata per deliberare; al rientro, anch’essa ha dichiarato l’innocenza del Murat. Chissà se a giudicare Gioacchino Murat fosse stato non il Tribunale militare (come è realmente avvenuto a Pizzo Calabro nel 1815 ), ma un Tribunale popolare come quello di piazza Perrotti a Castellabbate, la vicenda del Murat e di tutto il Mezzogiorno avrebbero seguito strade diverse; ma, si sa: con i “se” e con i “ma” non si fa la storia….



giovedì 4 agosto 2011

LA DONNA E LA MODA NEL TEMPO… di Conte Mariateresa

UN MERAVIGLIOSO VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELLA CULTURA E DELLA TRADIZIONE

foto QUINTINO DI VONA
Nell’incantevole scenario paesaggistico di Buccino (SA)  presso l’HOTEL ELICETO RELAIS, l’associazione CRT Tanagro, il giorno 15 luglio 2011 ha presentato la manifestazione “LA DONNA E LA MODA NEL TEMPO”. Ad accogliere gli ospiti convenuti all’evento, il presidente dell’associazione CRT Tanagro, il dr. Vincenzo Raimondo. La manifestazione  di apertura alle ore 19.00, ha visto un’interessante mostra di abiti d’epoca e fotografie con pannelli gentilmente concessi dal presidente della pro-loco di Eboli, Antonio Lamberti, contenenti magnifiche immagini di fierezza e costumi del passato  con le  didascalie dell’associazione “Il Saggio”, sulla condizione della donna nel mondo e nel tempo. Alle ore 19.30  è stata presa visione del filmato teatrale sul brigantaggio della compagnia di Buccino “teatro insieme”. Alle ore 20.00, la scrittrice Dora Luguori ha presentato l’opera teatrale tratta dal libro stesso dell’autrice “Memento Domine”, con la regia di Eleonora Raimondo, che esordirà al prossimo festival di Castrocaro Terme.  Alle ore 20.30,  è seguito  l’intervento sulla donna e la scienza,  sulla figura di “Ipazia” di Alessandria, (matematica e filosofa greca) a cura  della signora Laura Franzese.  A chiudere l’evento, la sfilata di abiti d’epoca e di sartoria a cura della prof.ssa Maria Rosaria Pagnani, nota studiosa del tema e autrice di un saggio su “Mode e modi di donne”, inoltre, la sfilata è stata organizzata con l’ausilio della sezione cultura e immagine  dell’associazione CRT Tanagro, che ha beneficiato della direzione artistica di Ferrara Anna Franca nella cornice dello splendido Holtel Eliceto Relais.  Prezioso è stato il contributo pervenuto dalle sig.re Tancredi Anna Maria, Nisi Carmela e Falco Assunta, accompagnate dal sacerdote don Martino Romano, che hanno sfilato indossando affascinati abiti dell’800 appartenenti alle famiglie nobili di Castelcivita. Sono stati quaranta gli abiti che hanno sfilato,  confezionati dall’800 agli anni 90,  ed è stata riservata un’apposita sezione dedicata agli abiti da sposa. All’evento hanno collaborato anche il Presidente del gruppo folcloristico Gregoriano, Francesco Tortoriello e la pro-loco di Auletta. Gli abiti sono stati indossati da giovani ragazze e donne  del territorio buccinese, dal portamento quasi professionale, inoltre, la sfilata è stata accompagnata dalle musiche del duo composto dalla giovane pianista Laura Conte ed Elena Memoli,  che hanno eseguito le  musiche di Verdi, Puccini, Bellini, Rossini e Tosti. A chiusura, un momento molto toccante con il conferimento di una targa ricordo al Cav. Eduardo Magaldi,  quale autentico conoscitore della moda in Italia ed in Brasile dove è stato direttore d’ala del carnevale di Rio.

lunedì 25 luglio 2011

Raptus di morte. Uccide la moglie a martellate e strangola il figlio di 11 anni. Poi si fa arrestare



di Conte Mariateresa
BUCCINO. Una tragedia familiare consumatasi nel giro di pochi istanti e che ha spezzato la vita di una donna e di suo figlio, un bambino di soli 11 anni. Alla base del dramma, consumatosi nella notte tra sabato e domenica, la gelosia, quella bestia nera  che ha offuscato la mente di Costel Tudor ed armato la sua mano contro la moglie Carla Radu e il figlio Raimond Ionit. Rumeno, 35 anni, Costel Tudor, da 4 anni residente a Buccino con tutta la sua famiglia, lavorava come operaio presso una ditta edile della zona. Sabato sera è rientrato in casa, una piccola abitazione nel centro storico di Buccino,  sita in piazzetta San Giovanni, dopo essersi recato in edicola con il figlioletto.. Da tempo, il giovane operaio era tormentato dal pensiero che la moglie Carla, anche lei trentacinquenne rumena che saltuariamente lavorava presso l’industria conserviera di Buccino, lo tradisse: erano circa le 21 quando tra i due coniugi è scoppiata la lite. Sono volate parole grosse,  i toni della discussione si sono accesi con il passare dei minuti. Qualcuno afferma di aver sentito Costel chiedere più e più volte con fare sempre più insistente e minaccioso a Carla: “Dimmi se mi tradisci”. “Con chi ?”   “Chi è ?”. Il probabile negare, da parte della moglie, tutte le accuse ha indispettito l’uomo che, in preda all’ira, ha afferrato una “mazzetta”, una sorta di martello che lui, in virtù del suo mestiere di muratore, aveva in casa con sé. Ha afferrato il pesante martello con tutta la rabbia che aveva in corpo si è scagliato con violenza contro Carla: l’ha colpita, ripetutamente, alla testa. Decine e decine di colpi che si sono fermati solo quando Costel ha visto cadere la moglie al suolo, esamine, in una pozza di sangue. Non ha inferito sul corpo già martoriato di Carla. Ad assistere, però,  alla scena c’era anche il piccolo Raimond, 11 anni, che attirato in cucina dalle urla e dal trambusto, ha probabilmente visto il suo papà accanirsi contro la sua mamma e ora lei era lì, in terra, ricoperta di sangue. Nemmeno dinanzi a suo figlio, Costel è riuscito a trattenere il suo impeto omicida. Come un leone che si avventa sulla sua indifesa preda, così l’operaio trentacinquenne  si è scagliato contro il piccolo Raimond Ionit: gli ha afferrato il collo e ha stretto la presa con tutta la forza che aveva, fin quando il suo bambino non ha smesso di respirare. Dopo aver strangolato il figlio ha preso il suo corpicino esangue e lo ha portato nella sua cameretta per adagiarlo sul letto. Da quel momento, per due ore, Costel è rimasto in “contemplazione” dei due cadaveri, il macabro risultato di una furia omicida scatenata dalla gelosia. Poco prima della mezzanotte, probabilmente con l’ultimo barlume di lucidità, Tudor ha chiamato il suo vicino di casa e ha confessato il suo efferato crimine. L’uomo a cui si è rivolto  ha immediatamente provveduto a chiamare i carabinieri, cosa che pare avesse fatto anche Costel nel contempo. Sul posto sono prontamente giunti i militari dell’Arma della vicina stazione di Buccino: al loro arrivo Costel Tudor è stato tratto in arresto e condotto presso la caserma dei carabinieri dove è stato ascoltato per tutta la notte. La scena che si è presentata agli occhi dei carabinieri è stata raccapricciante: sul pavimento della cucina il corpo massacrato di Carla Radu, immerso in una pozza di sangue, il volto totalmente sfigurato ed irriconoscibile. Nell’altra stanza, l’altro corpo senza vita: quello di un innocente di undici anni, “colpevole” solo di essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ma Costel e Carla avevano anche un’altra figlia, una ragazza di 15 anni che, nel momento in cui si è consumata la tragedia si trovava in giro con amiche. È stato probabilmente questo,  la classica uscita del sabato sera, a salvarle la vita e a sottrarla alla furia omicida del padre. Ma la quindicenne, purtroppo, non è stata salvata dalla scena a cui ha assistito rincasando: l’ultima immagine che conserverà di mamma Carla e del fratellino Raimond sarà quella di due corpi coperti da lenzuola, quelli apposti dai carabinieri e che, nella mente di una ragazza di 15 anni, forse esistevano solo nei telefilm polizieschi. La ragazza, sotto shock,  è stata affidata ai servizi sociali. Costel Tudor, invece, è stato tradotto in carcere: si trova, ora, detenuto presso la casa circondariale di Fuorni, per lui l’accusa è di duplice omicidio. I corpi di Carla Radu e del piccolo Raimond sono stati trasportati presso l’obitorio dell’ospedale di Eboli e si attende la decisione del pm, Vincenzo Senatore per la disposizione degli esami autoptici che aiuteranno a far luce sull’esatta dinamica dello spaventoso omicidio.

domenica 24 luglio 2011

“HISTORIAE VOLCEIANE”, il gusto della storia…


di Conte Mariateresa

Anche quest’anno il 16, 17 e 18 agosto a Buccino si svolgeranno le HISTORIAE VOLCEIANE.  La manifestazione giunta alla XXXIII°  edizione, richiama numerosi turisti e giovani, che giungeranno nel territorio dai capoluoghi delle regioni limitrofe,  attratti dallo splendido scenario storico, naturalistico, archeologico ed enogastronomico.  L’iniziativa si svolgerà nel centro storico del paese, nell’incantevole scenario e tra le meraviglie dell’antica città di Volcei (IV sec.  a. C.). Il successo degli anni precedenti è stato decretato dalla presenza di  tantissime persone che hanno assistito allo spettacolo messo in scena dall’associazione “Legio I° Italica”, che tra le sue collaborazioni, vanta la partecipazione a vari documentari diretti da Alberto Angela. La fase più importante prevede la messa in scena dei momenti principali della vita romana testimoniata nel territorio dell’Antica Volcei, avvalendoci dell’incantevole scenario architettonico che il parco archeologico urbano dell’antica Volcei offre. Nella necropoli del parco archeologico sarà allestito un accampamento romano che riprende fedelmente gli usi e costumi della civiltà romana dell'Antica Volcei; le vie del centro storico saranno animate dai suoni di artigiani impegnati nella lavorazione di materiali come il rame, la ceramica, il vimini, tutti molto attenti nel realizzare manufatti ormai rari e di pregiatissima qualità, verranno inoltre inscenati vari riti della Roma imperiale tra cui: la danza dei sali, esibizioni di danze antiche, riti antropologici, il rito dell’assegnazione Graccana delle terre e combattimenti di gladiatori a cura del gruppo storico “Legio X Pia Fidelis” di Roma. Il momento più importante dell’evento è la messa in scena nella meravigliosa location del castello, del matrimonio tra Bruttia Crispinia, figlia di Bruttius Praesens della famiglia senatoriale volceiana dei Bruttii, con l’imperatore Commodo storicamente avvenuto nel 177 d.C. ,  durante l'evento sarà possibile conoscere le meraviglie del “Parco Archeologico Urbano dell’Antica Volcei” e del Museo Archeologico Nazionale “M. Gigante”.  L'intero percorso verrà illuminato con tipiche lucerne ad olio e fiaccole per rendere ancora più surrealistico e suggestivo il nostro viaggio nel tempo. L’evento è organizzato dall'associazione Pro Loco di Buccino-Volcei con il patrocinio del Comune di Buccino, della Comunità Montana Alto Medio  Sele-Tanagro, associazione culturale il Simposio, comitato locale della Croce Rossa di Serre, l'associazione culturale “Legio I° Italica”. Inoltre, in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia,  si svolgerà un’interessante mostra sul brigantaggio. La manifestazione è affiancata da un percorso enogastronomico che  oltre alla valorizzazione della cucina di tradizione locale, porta a conoscenza del pubblico, pietanze storiche legate al tema della rievocazione, come la “placenta” mille sfoglie di ricotta e miele, il Garum, il Moretum, il Libum e altre prelibatezze e bevande tipiche dell’età romana, opportunamente scelte ed aggiornate per essere realizzate anche oggi.
 
Il programma del 2011 (potrebbe subire piccole variazioni):

 
● ore 9,00 -13,00 e dalle ore 15,00 alle 19,00 piazza municipio Visite guidate del Museo Archeologico Nazionale “M.Gigante”.
 • ore 9,30 alle 12, 30 – Museo Archeologico Nazionale “M.Gigante , Apertura e visita dell’accampamento dei legionari romani, Il Medicus dei romani e l’ospedale da campo, misurazione del tempo con le meridiane descritte da Vitruvio, l'evoluzione dell'esercito romano;
 • ore 16,00 alle 18,30 Museo Archeologico Nazionale “M.Gigante,l ’accampamento dei legionari romani: addestramento e vita quotidiana a cura della Legio I italica di Villadose ; L’evoluzione dell’armamentario dell’esercito romano nel passaggio dalla repubblica all’impero;

·             ore 20,00 palazzo forcella, inaugurazione mostra sul brigantaggio.
  ● partenza alle ore 20,30 largo Palazzo Ducale , Corteo di tutti i personaggi in costume che attraversa il decumano massimo  dirigendosi verso il foro romano.
 ● ore 21,00 in piazza Amendola, ricostruzione danze antiche, Matrimonio tra Bruttia Crispina e Commodo a seguire “Convivium” dove gli spettatori potranno partecipare attivamente al banchetto organizzato in onore degli sposi a cura del  Gruppo Danze antiche di Villadose .
Per ulteriori informazioni: www. Comune di Buccino.it , oppure www. Proloco Buccino-Volcei.it .

Buccino (SA): romeno uccide moglie e figlio

un muratore romeno, dopo il duplice omicidio si consegna ai carabinieri
di Conte Mariateresa

Buccino (SA) – Ha ucciso la moglie per gelosia e, in preda alla pazzia, ha strangolato anche il figlio di undici anni. La tragedia è avvenuta nel comune di Buccino, nel centro storico del piccolo paesino della provincia di Salerno, con poco più di 5.000 anime. L’assassino è un cittadino romeno, Costel Tudor, 35 anni, operaio edile, da quattro anni assieme alla famiglia in Italia. L’uomo era convinto che la moglie lo tradisse con un altro uomo; così, accecato dalla gelosia ed in stato di ubriachezza, la notte del 23 luglio, al culmine di un furibondo litigio, l’uomo a impugnato un grosso martello da lavoro e si è avventato contro la donna colpendola ripetutamente fino a fracassarle il cranio. Successivamente ha strangolato il figlio di undici anni, accorso in cucina, richiamato dalle urla e dal trambusto. Le vittime sono la moglie Carla Radu, 35 anni, operaia conserviera a Buccino, ed il figlio Raimond Ionit di 11 anni. La coppia aveva anche un’altra figlia, di 15 anni; quest’ultima si è salvata poiché al momento della tragedia era fuori di casa con delle amiche.L'uomo, dopo la tragedia è rimasto per circa due ore a vegliare i due corpi, poi ha chiamato un vicino di casa, che a sua volta ha chiesto l'intervento dei carabinieri di Buccino, presso la cui caserma, nella notte, ha confessato il reato. Sul posto sono intervenuti i militari del comando di Buccino, quelli della compagnia di Eboli ed i colleghi della sezione investigativa scientifica del reparto operativo del Comando provinciale di Salerno. Il 35enne, dopo essere stato ascoltato dagli inquirenti, è stato chiuso nel carcere di Salerno con l'accusa di duplice omicidio. Secondo alcuni conoscenti, la coppia era una famiglia come tante altre, apparentemente tranquilla; solo qualche litigio per questioni economiche di tanto in tanto. Ma nessun elemento faceva supporre una simile tragedia. A far definitivamente luce su tutta la vicenda provvederanno le indagini dei carabinieri, tuttora in corso.

martedì 12 luglio 2011

Mario Panzarella è il nuovo segretario del PD di Buccino, il più giovane d'Italia attualmente in carica.



di Mariateresa Conte
 Il giorno 19 giugno 2011  a Buccino  presso  il circolo del Partito Democratico  è stato eletto all’unanimità  Mario Panzarella,  nuovo segretario del PD a soli 20 anni.  La cerimonia di passaggio di consegna della segreteria da Annibale  Di Leo a Mario Panzarella, ha visto la partecipazione  del sindaco di Buccino, il dott. Pasquale Via, di numerose persone e dei  ragazzi dei  Giovani Democratici dei paesi limitrofi.   Dopo un’accurata ricerca, fatta sull’età dei segretari dei partiti, Mario risulta  essere il più giovane segretario di  partito in Italia, attualmente in carica.  Ragazzo di grandi valori, di grandi idee e studente universitario di giurisprudenza, con il suo carisma e la sua voglia di fare, Mario sta portando avanti una politica “pulita”, rivoluzionaria e nuova. Queste le parole di Mario: “ Spero di poter fare il mio lavoro al meglio tenendo fermi tre principi chiave: umiltà, equilibrio ed ascolto... mi impegnerò al massimo per il mio paese!”.   Da tutti i ragazzi del GD e da parte mia:  l’augurio di  buon lavoro!

martedì 14 giugno 2011

Intervista al prof. Luigi Sonatore. di Conte Mariateresa

Intervista al prof. Luigi Sonatore, docente di geografia economica  presso l’ITC
“E. Corbino” di Contursi Terme.
di Conte Mariateresa


1)   « Il 12 e il 13 giugno gli italiani saranno chiamati alle urne per esprimersi sui  quesiti referendari, due di essi affrontano  tematiche molto importanti  quali la privatizzazione dell’acqua e l’istallazione di centrali  nucleari. Lei cosa ne pensa ?»
«Penso, prima di tutto, che se ne è parlato troppo poco. La nostra è la società dell’immagine, della visibilità televisiva che, se non hai, non esisti nella realtà. Su questi referendum (se si esclude l’ultima settimana) non c’è stata discussione “televisiva” quotidiana, anzi. Il pluralismo delle opinioni è stato la stella polare dell’informazione? Penso proprio di no: e, quindi, questi quesiti referendari semplicemente “non sono esistiti”; nello specifico, penso che l’acqua sia un bene di tutti e inalienabile la sua fruizione, che o è pubblica, o non è. Una politica che non mette al centro del suo operato questo concetto non fa gli interessi della comunità e tradisce, così, la concezione solidaristica della Costituzione Italiana.  Ammantare di falso modernismo questa concezione, utilizzando (come fa il D.L. 112 del 25/06/2008) termini come sviluppo economico, semplificazione, competitività, serve solo a sviare e a distrarre dalla centralità della questione, fino ad arrivare al paradosso “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”, come recita il comma 1 dell’art.154 del DL 152 del 3/04/2006.  Investire capitali per avere un’adeguata remunerazione: fare profitti con l’acqua è etico? “Date da bere agli assetati”: è una delle opere di misericordia corporali; chiediamo al Papa di modernizzarla, aggiungendo come chiusa finale: “solo se vi pagano”!    
Per il nucleare, invece, la questione è decisamente più complessa: se è vero che l’acqua è il diritto imprescrittibile, è pur vero che l’energia elettrica ha un suo costo economico e, per la sua diminuzione, le centrali nucleari sembrano essere fondamentali. Approfondirò il ragionamento nella risposta successiva; qui il problema si fa politico: il governo attuale, soprattutto alla luce dei risultati elettorali di Milano, cerca di non far raggiungere il “quorum”, invalidando, così, la consultazione referendaria. È un atteggiamento fondamentalmente incivile e anti democratico: del resto da chi è abituato a difendersi “dal processo” piuttosto che “nel processo” che cosa ci si poteva aspettare?».




2)   « Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha affermato che il nucleare è sicuro e che le nuove centrali sono di terza generazione. Secondo Lei, esistono centrali di terza o quarta generazione?  Se si, quanto sono sicure?»

« Esistono molti problemi legati all’uso dell’energia nucleare e molte sono le correlazioni con l’economia; dopo Fukushima tutti si sono resi conto della pericolosità delle centrali nucleari: stiamo parlando  del Giappone, di un Paese che, com’è noto, possiede le tecnologie più avanzate. Eppure è accaduto quel che è accaduto e, pur considerando la dimensione “straordinaria” dell’evento naturale che ha scatenato l’incidente nucleare, è stato messo in discussione un modello di produzione dell’energia, se è vero che si comincia a parlare dei costi del “decommissioning” delle centrali e lo smaltimento delle scorie. In quest’ottica l’Italia, che non ha le centrali nucleari, è avvantaggiata rispetto a nazioni come la Francia o lo stesso Giappone:  nel frattempo il governo Berlusconi ha pensato bene di pianificare la costruzione di almeno otto centrali nucleari. Cosa dire? La domanda di fondo è ancora quella: la fame di energia è tanta, la sua produzione dipende dai paesi esportatori di gas e di petrolio, per ridurre i suoi costi bisogna trovare alternative legate alle risorse rinnovabili sono insufficienti e allora ci si rivolge al nucleare. Un paio di riflessioni si impongono; prima di tutto: quanto uranio c’è nel mondo? Basterà? I suoi costi aumenteranno considerevolmente? E, infine, è  corretto continuare con un modello così consumistico? Ma, in fondo, ci conviene essere per forza così “energivori” o, piuttosto, non dovremmo, noi tutti, cominciare a  pensare un modello di crescita diverso, più sobrio e parco? ».

3)   « Quali rischi corre l’Italia a seguito dell’intervento in Libia?  Facendo una previsione, come crede si concluderà la guerra in Libia, ma soprattutto cosa uscirà fuori al termine del conflitto? »

« Non credo che l’Italia corra qualche “rischio” più di quelli che corrono altri paesi coinvolti in questa guerra. Piuttosto c’è da riflettere sulla posizione geografica del nostro paese: una penisola che si protende nel Mediterraneo e che da sempre offre generosamente le sue coste, soprattutto meridionali, a tutta una serie di visitatori: dai mercanti fenici, alle colonie della Magna Grecia, diffuse in tutto il meridione italiano, alle scorribande saracene, etc. Ora siamo destinatari di questi flussi di esseri umani che partono dalle coste africane, soprattutto libiche e tunisine, alla ricerca di un miglioramento delle proprie condizioni di vita. La conclusione di questa guerra è un destino segnato: quando abbiamo una crescita delle società civili, che abbandonano immobilismi pluricentenari, esse innegabilmente tendono a un modello di democrazia “concreta” e, a mio parere, questo non è altro che un passaggio inevitabile nella storia dell’umanità».

4)   « Dal punto di vista geopolitico, cos’è cambiato a seguito dell’uccisione di Bin Laden nel Medio oriente e che significato assume la sua morte per gli USA?»
                                                                                                                                           
«L’uccisione di Bin Laden non è altro che un bilanciamento della distruzione delle Twin Towers nell’attentato terroristico dell’11 settembre del 2011: nell’equilibrio geopolitico questo ha significato, in sostanza, un riassestamento dei pesi politici, fortemente e pericolosamente sbilanciati a favore del terrorismo islamico. Per gli USA questa morte assume una forte valenza simbolica, al punto che, per evitate di caricare troppo questo aspetto, volutamente gli americani hanno detto di aver gettato in mare il cadavere e non hanno rilasciato nessuna immagine dello stesso, così che il terrorismo di matrice religiosa islamica non potrà nemmeno costruire su qualche immagine o su qualche reliquia una pericolosissima ritualità vendicativa (basti pensare, ad esempio, alle terribili dispute che hanno coinvolto  intere comunità  di fedeli cattolici anche solo per una ciocca di capelli di un santo). Insomma, Bin Laden ha rappresentato il “nemico perfetto”; per altro, io dico che il Vicino Oriente oggi vive il suo Medioevo, che, per la storia dell’Occidente, è stato un periodo molto lungo. Non vedo scorciatoie per il mondo e la società del Vicino Oriente: sarà un periodo lungo anche per quelle popolazioni, ci saranno guerre anche fratricide, ma ho la profonda convinzione che la strada verso la democrazia sia ormai segnata. Bisognerà attendere qualche generazione».

5)   «Cosa si nasconde dietro le guerre degli USA?»
«È molto agevole dare una risposta a questa domanda: l’imperialismo. Non vorrei però sembrare un po’ troppo “retrò”; eppure è chiara la matrice della ricerca di un’egemonia mondiale dietro tutte le avventure militari statunitensi. La corretta lettura dell’interventismo militare americano deve partire dalla classica domanda “cui prodest”? Ebbene, giova al modello di sviluppo americano, nel senso che gli USA, società progredita ed avanzata, non si sono mai posti nessuna domanda sulle conseguenze del loro modo di crescere, improntato al più tumultuoso liberismo capitalistico. Si badi bene; ho detto tumultuoso, ma non disordinato! Gli USA hanno ben chiaro l’ordine mondiale: prima gli USA, poi tutti gli altri. Valga su tutto l’esempio del petrolio: gli USA, con la loro cassaforte petrolifera texana, non riescono a sopperire alle loro esigenze interne e debbono rifornirsi altrove del petrolio necessario a far muovere quelle enormi automobili che consumano tantissimo e non sanno neppure  cosa sia una marmitta “catalitica” . L’America Centro-meridionale è stato il loro primo campo di battaglia e tutto il petrolio venezuelano è praticamente in mano statunitense. In tempi più recenti abbiamo visto lo scatenarsi di una vera e propria guerra: parlo del febbraio ’90 e della “Guerra del Golfo” portata avanti da Bush padre e figlio, contro il tentativo d’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq e che ha visto la rovinosa caduta del regime di Saddam Hussein. Basta osservare un po’ più a fondo per capire e chiedersi: chi sono i Bush? Provengono proprio dal Texas e sono, quindi, l’espressione della “lobby” del petrolio: ed è stata proprio questa “lobby” che ha fortemente voluto la guerra, per poter agevolmente controllare la produzione del petrolio del Golfo del Persico, cosa che nei fatti è accaduta. Tutto questo lascia insoluto, però, il problema di fondo: fino a quando gli USA potranno continuare con questo loro modello di sviluppo? Una parziale risposta l’abbiamo avuta con l’elezione di Barack Obama: uno dei suoi primi passi concreti è stata la ricerca di un partner che potesse aiutare l’industria automobilistica statunitense, in particolare la Chrysler, ad uscire dalla crisi. La Fiat di Marchionne è stata scelta per la grande capacità innovativa evidenziata dell’azienda torinese proprio nel settore motoristico: è un chiaro segnale di cambiamento sostanziale che la politica lancia alla società civile. Se si riuscirà a cogliere questo segnale sarà un bene per gli USA e per tutto l’Occidente. Le guerre non sono mai state la soluzione dei problemi e Obama credo questo l’abbia ben chiaro nel suo disegno politico: riusciranno i cittadini statunitensi a recepire questo segnale? “En attendant Godot”…».
6)   «Da quasi un anno, Lei partecipa come redattore con i suoi studenti al progetto “repubblica@scuola” e anche al “quotidiano in classe” con il Corriere della Sera e il Sole 24 ore (progetti che avvicinano gli studenti alla realtà giornalistica). Quali vantaggi ne traggono gli studenti e quali vantaggi ne trae l’Istituto?»
«Anche qui è facile la risposta. Ribalterei il quesito però, operando con quella tecnica che è tipica delle dimostrazioni dei teoremi di geometria analitica: quali svantaggi potrebbe avere uno studente che si volesse impegnare nell’attività di scrivere? Ecco, la risposta è semplicissima: io non vedo nessuno svantaggio, tutt’altro! Per poter scrivere bisogna, prima di tutto, sapere di cosa si scrive. Quindi documentarsi, quindi leggere. Stimolare alla lettura è uno degli obiettivi principali di questi progetti che vedono il coinvolgimento della carta stampata. È purtroppo anche vero che la lettura è sempre di più “digitalizzata” e l’ultima frontiera sono gli “e-book”, come pure l’ “i-book” e il “tablet”; a questa innovazione, va sottolineato, si uniformano anche i quotidiani, che hanno anch’essi la loro edizione elettronica. Pur tuttavia, sfogliare una pagina stampata è un gesto che richiede un impegno maggiore e, conseguentemente, un’attenzione e una concentrazione più profonde di quelle che servono davanti a un monitor o su un “tablet”. Pensiamo all’atto della scrittura: con la videoscrittura si sono di molto elevate le possibilità creative e io sono il primo ad essere consapevole di questo; eppure il gesto di scrivere con la penna su un foglio di carta reputo sia insostituibile. Penso ad un manoscritto di un grande poeta e/o scrittore del passato e a quante cancellature, ripensamenti ci possano essere dietro la stesura definitiva di un capolavoro; e penso, ancora, a quante cose in più si potrebbero capire, solo osservandone il modo di procedere nella scrittura. Nei secoli a venire, tutto questo non potrà più esserci: la videoscrittura ha eliminato questa possibile fonte di comprensione. Per capirci con un esempio, non avremo più la “brutta” e la “bella” copia: alla fine saremo sommersi da “belle” copie, ma non sapremo mai nulla del processo creativo. Ecco, questo un po’ mi spaventa. Ma io non sono un “nativo digitale” e vivo ancora con questo atteggiamento di sacrale rispetto per la carta. Spero che i bambini di oggi, “nativi digitali”, sapranno, nel loro futuro di adulti, trovare una risposta al problema.

7)   «Professore, Lei insegna sia al biennio che al triennio dell’istituto tecnico commerciale.  Quale messaggio vuole inviare ai suoi studenti che quest’anno affronteranno l’esame di maturità?»
«Non ho grandi messaggi da inviare: mi limito al classico “in bocca al lupo”, sicuro che la bontà dell’impegno profuso da ciascuno otterrà alla fine il giusto risultato: si sa che “chi lavora aspetta premio”; piuttosto colgo l’occasione per salutare tutti i miei alunni, quelli di ieri e quelli di oggi: il tempo passato con loro è sempre stato un tempo passato a migliorare e, fatto più rilevante per me, a migliorarsi. C’e sempre da imparare nella vita! Ma, prima dell’insegnare, viene lo stare assieme per svariate ore al giorno, per tempi lunghissimi: due, tre, cinque anni. E’ allora  imprescindibile stabilire rapporti umani corretti: diventa difficile aspettarsi attenzione da chi umanamente non ti rispetta e non ti considera, prima di tutto come essere umano e, poi, come insegnante. Ecco, questo è sempre stato il mio “credo”: prima di tutto rispettare “l’umanità” di ognuno, sapere di avere a che fare con un individuo singolo, con tutto ciò che questo significa. Ed è questo che ho sempre prioritariamente insegnato: il rispetto reciproco. Da questa base si può poi partire per la grande avventura dello studio e della crescita umana e culturale. Piuttosto debbo dire che questi ragazzi che si preparano all’esame fanno parte di uno sparuto drappello di pochi eletti che, da qui a tre anni, non dovranno più misurarsi con la Geografia Economica: la mia disciplina, infatti, è stata cancellata dai programmi ministeriali e, seppure i ragazzi del primo anno di quello che è oggi l’Istituto Tecnico Commerciale hanno avuto la ventura di avermi come insegnante per la prima volta quest’anno, non ci sarà più per loro, ragazzi del quinto anno dell’esame di Stato dell’A.S. 2014/2015, la possibilità di misurarsi con questioni come quelle che Mariateresa Conte, con le sue acute domande, ha voluto sottoporre all’attenzione di tutti. Io penso che sia stata tolta una grande opportunità di crescita a tutti i giovani, togliendogli la quotidiana discussione con il docente di Geografia Economica sulle problematiche che coinvolgono il mondo intero; il risultato è che avremo dei cittadini meno consapevoli di ciò che gli accade intorno, più disposti ad accettare senza contraddittorio ciò che gli verrà imposto dall’alto, in un rapporto di sudditanza nei confronti del potere: insomma, più “sudditi” e meno “cittadini”. E’ questo che vuole la riforma Gelmini: ma, vi invito a riflettere, è questo che volete anche voi?
In conclusione, un consiglio di lettura (anzi due) per capire meglio il mio ultimo ragionamento: 1) George Orwell, La fattoria degli animali; 2) George Orwell, 1984. Grazie dell’attenzione a tutti voi e grazie a te, Mariateresa, per la grande sensibilità che hai sempre dimostrato di avere nei confronti delle cose che accadono intorno a te e la grande pazienza che hai messo in tutto ciò che hai fatto: sono convinto che la perseveranza ti condurrà ai risultati che auspichi e che meriti. Per parte mia ti faccio uno speciale augurio per il tuo esame e per tutte le tue iniziative future, siano esse di studio o di lavoro. Ad majora!».

INTERVISTA AL PROF. DOMENICO GONNELLA. di Conte Mariateresa

IL PROF. DOMENICO GONNELLA, DOCENTE DI ECONOMIA AZIENDALE PRESSO L’ISTITUTO “E. CORBINO” DI CONTURSI TERME, UOMO DI GRANDE ESPERIENZA POLITICA E PROFESSIONALE (CHE NEL SUO QUOTIDIANO LAVORO DI INSEGNAMENTO TRASFERISCE AI SUOI STUDENTI), RISPONDENDO A QUESTE BREVI DOMANDE RIMARCA IL FONDAMENTALE RUOLO DI PILASTRO PORTANTE E MAESTRO DI VITA PER TUTTI NOI, SUOI ALUNNI E PER LA COMUNITA’ SCOLASTICA TUTTA.
VOGLIO RINGRAZIARLO PERSONALMENTE PER AVERMI CONCESSO QUESTA INTERSSANTE INTERVISTA.
di Conte Mariateresa
M: Buongiorno professore!
P: Buongiorno!
M: Si parla tanto di Piano per il Sud e Banca del Mezzogiorno; ci può brevemente illustrare in cosa consistono e quali sono i vantaggi che deriverebbero da entrambi?
P: La Banca del Mezzogiorno dovrebbe essere una banca formata con denaro proveniente dalle Casse di Risparmio e dalle Banche di Credito Cooperativo. Inoltre, dovrebbe essere una “banca di secondo livello”, in quanto dovrebbe finanziare quegli imprenditori del sud che obiettivamente hanno una situazione di svantaggio rispetto a quelli del centro-nord. Quali dovrebbero essere gli effetti? Siccome questa Banca del Mezzogiorno emetterà anche dei titoli di stato con delle “ritenute di vantaggio”, si creerebbe una disparità di trattamento tra chi sottoscrive le obbligazioni o i titoli emessi (a livello di ritenuta) con le altre banche. Questo è un problema che ancora deve essere affrontato: bisognerà, perché questa Banca del Mezzogiorno possa definitivamente decollare, prima o poi, affrontarlo. Non si capisce perché, chi dovesse sottoscrivere i titoli presso la Banca del Mezzogiorno, si dovrà trovare a pagare una ritenuta più bassa rispetto a chi sottoscriverà gli stessi titoli presso altre banche. In definitiva, secondo il Governo, gli effetti prodotti da questa Banca del Mezzogiorno saranno positivi; bisognerà attendere, come spesso accade, per capire se ciò accadrà realmente.
M: Professore, che cos’è il federalismo fiscale e cosa comporterà per i nostri comuni?
P: Secondo quello che annuncia il Governo attuale, si parla dell’applicazione di “costi standard”; cioè, ogni comune dovrebbe incrementare le imposte secondo “l’indice della popolazione” (costituito dagli abitanti e dalla loro composizione anagrafica) per portare a una riduzione delle spese ed a un aumento delle entrate; nel frattempo, lo Stato impone dei limiti alle imposte. Perciò il comune può, per l’anno 2011, solo aumentare la TARSU e ridurre le spese municipali. Federalismo fiscale in autonomia potrebbe voler dire che ognuno (Enti territoriali minori) può mettere delle basi impositive: dall’anno prossimo il federalismo prevede dei tributi che ogni comune (come ho avuto già modo di dire, in base alla popolazione) può aumentare fino ad un certo limite (e per quanto riguarda l’introduzione di nuove imposte, per il momento non c’è ancora nessun decreto attuativo); inoltre, proprio per la poca chiarezza sul federalismo, anche i comuni sono stati costretti, con legge, a prolungare il bilancio fino al 30 di giugno. C’è chi dice che il federalismo avrà effetti positivi, chi negativi (per effetto dell’aumento delle tasse); c’è grande incertezza. Di sicuro c’è che i Comuni dovrebbero attrezzarsi per avere maggiori entrate altrimenti dovranno obbligatoriamente ridurre le spese.
M: Chi pagherà il conto del federalismo?
P: Vediamo prima se c’è un conto da pagare e poi si paga. Non è detto che ci sarà qualcosa da pagare; può darsi che razionalizzando le spese, si riesca a non pagare di più. Paradossalmente, il discorso è che ci si ritroverebbe a dover pagare di più ed avere meno servizi, mentre altri, pur non pagando o pagando di meno, manterrebbero lo stesso livello di servizi. Le amministrazioni comunali devono cominciare a far quadrare i conti, devono vedere nel proprio bilancio quali sono le risorse, se ci sono inadempienze degli amministratori. Non si capisce, ad esempio, perché gli amministratori del Nord hanno bilanci in attivo e quelli del Sud, sistematicamente no. E la questione non riguarda solo grossi Comuni, ma anche piccoli Comuni.
M: Quindi è una questione di spreco delle risorse?
P: Un po’. Più che spreco delle risorse, direi che gli amministratori poco competenti non sanno trovare le entrate utili per il Comune. Per esempio: se si hanno stabili abbandonati che non vengono più utilizzati e che possono essere messi in vendita, facendolo si otterrebbero due effetti positivi:
1) creare investimenti sul territorio;
2) avere un entrata finanziaria che col tempo produrrà interessi.
Ha senso, ancora, per un Comune avere un rudere di un castello abbandonato e stare lì a sperare di ottenere contributi europei con i quali un giorno poter realizzare un investimento per incrementare il turismo? A mio parere è meglio vendere a una società o a un’agenzia turistica, le quali ovviamente saranno ben liete di pagare al Comune un congruo corrispettivo, dal quale il Comune trarrà sicuramente solidi benefici economici. Il rudere gestito da una società esterna, inoltre, potrebbe creare ricchezza e occupazione sul territorio.
M: Il 26 febbraio, il Presidente del Consiglio ha attaccato la scuola pubblica. A suo parere, qual è oggi il ruolo della scuola pubblica e, in particolare, dell’istituto tecnico commerciale nella formazione dei giovani?
P: E’ un tipo di scuola utilissimo. Basti sapere che la domanda di ragionieri sul mercato del lavoro è costantemente maggiore dell’offerta. La scuola pubblica a volte può sembrare poco seria, ma in realtà è sottoutilizzata. Il discorso è un altro: tutti gli studenti devono chiedersi cosa sanno quando escono da questa scuola. Credo che Berlusconi abbia fatto riferimento alle scuole medie ed elementari nelle città del Nord, dove c’è un abbandono degli studenti, che dalle scuole pubbliche vanno verso le scuole private. L’unico “ascensore” sociale che abbiano noi del Sud, invece, è l’istruzione e la scuola. E chiediamoci pure: i ragazzi sono disponibili a fare sacrifici per prepararsi? Oggi, se si va a vedere all’interno di un’aula, solo il 20-25% dei ragazzi è interessato allo studio, la parte restante, purtroppo, no. Ora, se c’è un errore della scuola pubblica, è che non riesce a motivare bene gli studenti; ma consideriamo anche che oggi non ci riesce neppure la famiglia, non ci riesce nessuno!
M: Cosa manca alle scuole del Mezzogiorno d’Italia per essere competitive a livello Europeo?
P: Manca la coscienza dei ragazzi e, forse, a volte, anche degli insegnanti. Negli anni, la scuola è stata come un “parcheggio” per qualcuno che, pur avendo ottenuto il titolo di studio superiore (sia esso la laurea o il diploma), piuttosto che utilizzarlo pienamente si ritrovava a insegnare nella scuola. Inoltre, molte scuole mancano di laboratori idonei; non si può fare una scuola professionale e/o tecnica, senza avere il laboratorio per poter fare un’esperienza tecnica. Non può lo studente trascorrere le ore, che dovrebbero essere dedicate alle esperienze laboratoriali, in classe. La verità è che non abbiamo istituti idonei: mancano i laboratori, ma mancano anche le palestre, manca la continuità, manca l’esercizio dello stage. Ecco: io reputo che la cosa più importante sia che i ragazzi possano e debbano uscire dalla scuola per fare l’esperienza dello stage; eppure se ne fanno sempre troppo pochi o non se ne fanno affatto. Qui al Sud manca l’incontro con il mondo del lavoro; così come la scuola non ha cercato il mondo del lavoro, così il mondo del lavoro non sollecita la scuola. Per tornare al caso specifico dell’istituto tecnico commerciale, l’imprenditore del Sud non ha mai chiarito alla scuola di che tipo di ragioniere avesse bisogno; al contempo, le scuole non hanno mai chiesto all’imprenditore che tipo di ragioniere gli servisse. Questa è una disattenzione generale, ed in particolare, della scuola pubblica.
M: A proposito di stage, lei è impegnato da anni come tutor in progetti di stage aziendali presso Enti pubblici e privati sul territorio locale. Quali i benefici che la scuola e gli studenti traggono da questa esperienza?
P: Sia la scuola che gli studenti ne traggono grossi benefici. Per la prima volta, lo studente si trova ad entrare nel mondo del lavoro a sperimentare il funzionamento concreto della “filiera” del lavoro; quali sono gli orari precisi di entrata e di uscita, quali i compiti da svolgere per portare avanti il proprio lavoro, etc. Negli Enti pubblici, i ragionieri si confrontano con quelle che sono le prime istanze dei cittadini, le loro aspettative rispetto a quello che l’Ente può e deve fornire. Ed è l’impatto con la realtà del mondo del lavoro che fa apprendere cose allo studente, con ricadute inevitabilmente positive anche sul processo d’apprendimento, di cui eminentemente si occupa la scuola, migliorandone sia le conoscenze che il profitto.
M: Professore, la ringrazio!
P: Prego!

Biodiversità è Vita. di Conte Mariateresa

L’Assemblea Generale dell’ONU ha proclamato il 2010 Anno Internazionale della biodiversità per salvaguardare la varietà delle forme viventi in un ambiente; essa è essenziale al mantenimento degli equilibri naturali e, fornendo le risorse genetiche per l’agricoltura, costituisce la base biologica che rende possibile la produzione di cibo e quindi la sopravvivenza della specie umana. Studi scientifici hanno dimostrato che, in ecosistemi ricchi di biodiversità, la qualità dell’acqua è migliore, le inondazioni sono più rare, la capacità di assorbimento e smaltimento dei rifiuti è maggiore. Queste aree sono anche più resistenti, rispetto ad aree con minore diversità di geni e di specie, agli shock ambientali e sono anche più veloci nel ripristino delle condizioni originarie. Scomparendo, si perderà una parte crescente del patrimonio genetico agricolo e zootecnico, risultato di 3 miliardi di anni di evoluzione naturale e frutto di 12.000 anni di selezione da parte dell’uomo. É chiaro che i cambiamenti climatici, la cementificazione, l’industrializzazione, il crescente numero di incendi boschivi, l’uso di fertilizzanti nel campo agricolo, lo sfruttamento delle risorse idriche, petrolifere, minerarie ed energetiche che vanno sempre più esaurendosi e il conseguente surriscaldamento globale stanno minacciando l’intero pianeta, mettendo a repentaglio non solo l’ambiente che ci circonda, ma anche la nostra vita. Dall’aumento della temperatura, all’innalzamento del livello dei mari, dalla desertificazione, alla fusione dei ghiacciai, l’allarme è ormai ad altissimo livello. Per evitare, infatti, che il clima del nostro Pianeta nell’arco di pochi decenni possa entrare in una crisi irreversibile, tale da rendere impraticabile ogni possibilità di adattamento per gran parte dell’umanità e delle altre specie viventi, è necessario modificare le nostre cattive abitudini, ipotizzando la necessità di una sorta di “nuova rivoluzione industriale”, basata sulla progressiva limitazione a quelle risorse che, pur avendo guidato lo sviluppo tecnologico sino ai nostri giorni, possono essere considerate la principale causa dei mutamenti climatici. Contemporaneamente (in Europa, ad esempio), l’incremento della capacità generativa di elettricità da fonti di energia rinnovabile ha superato quello da fonti tradizionali (facendola diventare il primo continente della “nuova era dell’energia”); eppure non basta a salvare il nostro pianeta dal male che gli stiamo procurando. La biodiversità è, quindi, un patrimonio universale per tutta l’umanità, per questo conservarla deve diventare la nostra priorità. Con la scomparsa delle specie viventi rischiamo di perdere di vista l’elemento fondamentale … la vita!

L’istituzione scolastica e la realtà lavorativa. di Conte Mariateresa







Il giorno 16 dicembre 2010 alle ore 10.30 presso l’Hotel Terme Rosapepe in Contursi Terme si è svolta la manifestazione “SOGNANDO IL NATALE” che ha visto protagonisti gli alunni dell’I.S.I.S.S. “E. Corbino” di Contursi Terme della sezione IGEA, GEOMETRA e IPSAR nella presentazione dei progetti PON, alla presenza del dirigente dell’Istituto, prof. Ugo Giorgio Crea, dei docenti e dei sindaci di Buccino e Contursi Terme. I PON, finanziati dall’Unione Europea, riguardavano la simulazione aziendale e il laboratorio di lingue straniere. Durante la manifestazione è stato riservato uno spazio anche per la presentazione dell’attività di stage aziendale promossa dal docente referente dell’Istituto, prof. Domenico Gonnella; tale stage, della durata di 20 ore, ha visto la partecipazione degli studenti della sez. IGEA e GEOMETRA in un’attività di formazione presso i rispettivi comuni di residenza. L’Ente pubblico ospitante si è impegnato ad accogliere presso la propria struttura gli allievi per tutta la durata dello stage, che non ha comportato costi (né per la scuola, né per l’Ente), dando ad entrambi la possibilità di preparare al meglio gli studenti. Tra i comuni interessati, il Comune di Buccino, dove io personalmente ho operato presso l’area economico-finanziaria, il cui responsabile, rag. Giuseppe Di Biase, ha messo a disposizione tutta la professionalità e competenza di chi ogni giorno deve “misurarsi” con una realtà spesso dura. Il praticantato ha avuto una ricaduta positiva sui partecipanti, poiché ha permesso di acquisire nuove competenze, procedure e linguaggi, migliorando senso di responsabilità e autonomia, verificando contemporaneamente quello che la scuola offre e quello di cui necessita l’impresa. Si è, così, concretizzata quell’integrazione tra sistema scolastico e realtà lavorativa; la manifestazione si è conclusa con canti natalizi e con la degustazione di prodotti tipici europei, preparati dalla scuola alberghiera. Il nostro Istituto partecipa, inoltre, anche a numerosi progetti (non compresi tra quelli PON), come repubblica@scuola il cui responsabile, prof. Luigi Sonatore, con la sua esperienza e competenza permette a noi studenti di affrontare problematiche di attualità, al fine di analizzare eventuali nuove soluzioni, anche attraverso lo strumento comunicativo dell’articolo di giornale. La scuola, proponendomi l’opportunità di partecipare a quest’esperienza, mi ha dato la possibilità di estendere le mie conoscenze in ambiti diversi; ciò mi ha permesso di entrare in contatto con alcune redazioni giornalistiche, tra cui quella di “Volcei Oggi”, che ha deciso di cominciare a pubblicare i miei scritti. Estremamente formativo ritengo sia stato anche il progetto “Conoscere la Borsa”, promosso dalla Casse di Risparmio tedesche e dalla fondazione Cassa di Risparmio Salernitana e proposto da alcuni anni alle scuole. Il concorso (una simulazione borsistica), giunto quest’anno alla terza edizione, ha dimensione europea e vede la partecipazione di sette Paesi: Austria, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Spagna e Svezia; per il nostro Istituto partecipano gli studenti della sezione IGEA, che vengono selezionati dal prof. Domenico Gonnella. Quest’ultimo, assieme al prof. Luigi Sonatore, guida due squadre di 4 alunni ciascuna a cui viene assegnato un capitale virtuale di 50.000 euro da investire in 175 titoli quotati nelle principali Borse europee, in un arco di tempo di otto settimane. Sebbene tutte le transazioni di acquisto e di vendita siano simulate, le quotazioni in base alle quali gli studenti decidono i loro investimenti sono reali. Successivamente alla conclusione del concorso hanno luogo, presso il Comune di Salerno, una serie di “incontri” con personalità di grande rilievo dell’economia italiana, di grande valore formativo per le tematiche affrontate, permettendo a noi studenti di accrescere le conoscenze economico-finanziarie, non solo facendoci approfondire le tematiche legate al trading on-line, ma anche facendoci riflettere, in maniera più squisitamente tecnica, su tematiche economiche che assumono fondamentale importanza in questo momento di grande crisi economica mondiale.

IL MEZZOGIORNO E L’UNITA’ . di Conte Mariateresa





In talune rivisitazioni della storia d’Italia, appaiono evidenti alcuni dati in controtendenza con la storia studiata generalmente a scuola. Così, il Ressa scrive: “Nel 1859 l’Italia era divisa in sette stati: Stato Pontificio, Regno delle Due Sicilie, Regno di Sardegna, Granducato di Toscana, Ducato di Modena, Regno Lombardo - Veneto e Granducato di Parma. Gli italiani che parlavano la lingua italiana erano solo il 2.5%, la parte restante parlava il proprio dialetto. A capo del Regno di Sardegna vi erano i Savoia, mentre al Sud a Capo del Regno delle Due Sicilie vi erano i Borboni. Il Piemonte era uno stato al collasso economico, con 5.000.000 di abitanti e con un debito pubblico di 1.271,43 milioni di lire, mentre, il Regno delle Due Sicilie con 9.000.000 di abitanti aveva un debito pubblico di 441,22 milioni di lire e una storia di 730 anni di unità, preso atto che quest’ultimo aveva una propria moneta, una propria bandiera ed un proprio inno. Nel 1861 il Sud aveva 5000 industrie (siderurgica, tessile, chimica, conciaria, cartiera, estrattiva, del corallo e vetraria) e, inoltre, era la quarta flotta mercantile del mondo. Nell’agricoltura oltre il 50% dei braccianti agricoli erano specializzati. La riserva aurea in tutta Italia era di 670,40 milioni di lire, di cui 443,2 era detenuta dal Regno delle Due Sicilie. Nel campo medico, il Sud aveva più medici del resto della Penisola, per di più, il numero degli studenti meridionali nelle università era maggiore rispetto agli studenti settentrionali. Il teatro San Carlo di Napoli era il più antico d’Europa, e grande era l’interesse per l’archeologia favorito dall’avvio degli scavi di Pompei ed Ercolano”. L’unificazione, apparve necessaria per ridurre la frammentazione della Penisola e farle acquisire un maggior peso, sia politico che economico, non solo nel contesto italiano, ma soprattutto in quello europeo; d’altra parte, conveniva al Piemonte, poiché, come già accennato, bisognava risanare le finanze del Regno di Sardegna. Subito dopo l’unificazione lo Stato operò in maniera da consentire l’accumulo di capitali al Nord (in quell’area successivamente nota come “triangolo industriale”), anche grazie ad un fattore difficilmente quantificabile, ma che ha innegabilmente avuto il suo peso: la criminalità organizzata, che indubbiamente è da sempre uno dei principali problemi italiani, ha contribuito alla costruzione di una mentalità radicalmente in contraddizione con le regole della convivenza civile e della democrazia e i vari governi, che si sono via via avvicendati, sono inevitabilmente -chi più chi meno- scesi a compromessi con la illegalità diffusa. Ecco, infatti, cosa scrisse Garibaldi a proposito della camorra: “..l’origine di questa associazione di malfattori, proveniva dalle prigioni. I più forti tra i prigionieri imponevano una tassa ai nuovi arrivati, e la imponevano minacciandoli. Dalle prigioni, l’associazione si estese a tutto il Regno delle Due Sicilie, divenendo così, una potenza con la quale patteggiò anche il Governo, che con la dinastia borbonica diventò una terribile guardia pretoriana”. In questo modo diviene facile spiegare perché oggi, tra Nord e Sud, vi sia una ferita così profonda: un sistema di corruzione che coinvolge l’intera nazione, accompagnato da uno squilibrio favorito da un processo di industrializzazione che si è volutamente ed erroneamente localizzato quasi esclusivamente nelle regioni settentrionali, a scapito del Mezzogiorno. La scarsa attenzione della classe politica ai problemi del Mezzogiorno, l’enorme spreco di risorse economiche, nell’illusione di creare nuova occupazione, hanno contribuito alla creazione di quelle che saranno definite delle vere e proprie “cattedrali nel deserto”, con il 70% delle industrie rivelatesi solo dei contenitori vuoti, dei “fantasmi”, con il tasso di disoccupazione costantemente in crescita, e la proliferazione di un ceto politico parassitario; allo stesso tempo vengono trascurate le risorse turistiche, storiche, agricole, di cui il Mezzogiorno dispone abbondantemente. Infine, continua a crescere in maniera sproporzionata quell’”odio” dei settentrionali nei confronti dei meridionali, additati come zavorra da un numero di politici che utilizzando un facile populismo, appaiono sempre meno competenti e non all’altezza dei difficili tempi che viviamo. Forse aveva ragione Napoleone Colajanni: “Non ci può essere unità morale se le parti unite non si conoscono fra loro e, conoscendosi, non imparano a stimarsi, a rispettarsi, ad emendarsi e migliorarsi reciprocamente”.

Aretè: eccellenza io vo’ cercando… di Conte Mariateresa


Aretè: eccellenza io vo’ cercando…

di Conte Mariateresa.
Per i greci “aretè” era la virtù più importante. Fu Socrate a interiorizzare la virtù ponendola in relazione all’anima. Secondo il suo insegnamento, essa consiste essenzialmente nella scienza del bene e del male. Ed infatti, ciascuno, nel suo campo, se vuole ottenere i migliori risultati, deve impegnarsi per il raggiungimento della perfezione, intesa come miglioramento e sviluppo delle proprie capacità attraverso quello sforzo che ci rende orgogliosi di essere noi stessi.
Buccino, un piccolo paese situato nella provincia di Salerno, mio paese natìo, è un luogo molto suggestivo; nasce sulle rovine dell’antica città di Volcei (IV sec. a.c.); ogni suo vicolo è la testimonianza di una tradizione antica che merita di essere rivalutata soprattutto da noi giovani. Parlo del mio paese, sottolineando che per inseguire l’ “aretè”, è necessario conoscere la nostra storia, ma anche sentirci parte di ciò che ci circonda. Solo un popolo eccellente può tramandare la bellezza del suo tempo nei secoli. Se esaminiamo il mondo che ci circonda, ci rendiamo conto di vivere in una società dalle profonde contraddizioni. Ci viene proposto un modello di vita fatta di esteriorità, di benessere, di apparenza. Viviamo in un Paese, dove la TV ci bombarda con messaggi e modelli il cui scopo è quello di farci allontanare completamente dai problemi reali. L’eccellenza esiste, ed è accessibile, ma come tutti i doni preziosi, non è a buon mercato; non è quella di sicuro trasmessa dai mass- media. Credo sia difficile parlare di eccellenza, quando la classe politica che ci governa si preoccupa di “camuffare” fatti di grande rilievo, quali la crisi economica, la perdita del lavoro, la mancanza di lavoro per noi giovani. Mentre l’economia fa enormi passi indietro e aumenta il debito pubblico,in Parlamento ci si occupa e preoccupa di far approvare leggi finalizzate a tagliare posti di lavoro, aggravando e rendendo ancora più difficili le condizioni di povertà e precarietà. I nostri parlamentari si rivelano invece particolarmente interessati nel fare approvare la legge sulla giustizia. Con la mediocrità, con la corruzione, col mancato rispetto delle leggi, con il moltiplicarsi delle insufficienze in ogni campo della vita civile, possiamo noi parlare di “aretè”? Io credo proprio di no! Ma possiamo noi rassegnarci alla rinuncia dell’ “aretè” , la virtù più importante dell’essere umano ? Sono convinta proprio di no!